L’arte allunga la vita?

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Secondo un nuovo studio, andare nei musei o a teatro potrebbe fare molto di più che stimolare i sensi

Durante uno studio che ha seguito migliaia di anziani, gli scienziati hanno scoperto che quelli che avevano una maggiore frequentazione degli eventi artistici avevano un tasso di sopravvivenza nettamente migliore degli altri, nei 14 anni successivi all’inizio della ricerca.

Lo studio (https://www.bmj.com/content/367/bmj.l6377), pubblicato sulla rivista BMJ, ovviamente non dimostra che le arti allungano la tua vita, ma dà ulteriori prove all’assunto per cui impegnarsi nella fruizione dell’arte può aiutare la salute.

Come ha spiegato la ricercatrice capo Daisy Fancourt, professoressa associata presso l’University College di Londra, un corpus di ricerche suggerisce che un coinvolgimento artistico «ricettivo» può giovare al benessere fisico, mentale ed emotivo: passeggiare in un museo, ascoltare la musica, andare a teatro può dare una stimolazione mentale che combatte lo stress, la depressione e la possibilità di socializzare.

Lo studio si è basato sull’analisi di 6.710 adulti britannici che avevano, in media, 66 anni all’inizio della ricerca. Oltre 3.000 hanno affermato di aver partecipato a eventi artistici di rado (una o due volte l’anno), mentre 1.900 lo hanno fatto frequentemente (almeno ogni pochi mesi). Nel corso dei successivi 14 anni, entrambi i gruppi hanno avuto un tasso di mortalità inferiore rispetto alle persone che non erano coinvolte per niente nell’arte.

In quest’ultimo gruppo, infatti, il tasso di mortalità era del 47% , rispetto al 27% del gruppo che aveva tempo per l’arte una o due volte l’anno. Il tasso di mortalità più basso è stato riscontrato tra le persone che hanno frequentemente frequentato eventi artistici: poco meno del 19%.

Certo, c’erano molte altre differenze tra questi gruppi di persone: più gli anziani sono sani e e ricchi e più possono accedere facilmente a concerti, spettacoli teatrali e mostre d’arte, quindi il team ha inserito anche questi parametri nello studio (ricchezza, livello di istruzione, stato civile e se vivevano in aree urbane o rurali). E inoltre, c’è anche chi non ha mai amato l’arte, nemmeno in gioventù.

Il punto della ricerca, quindi, non è tanto e non solo che l’arte giova in salute, ma che un anziano deve riempire la propria vita di attività che lo portano fuori di casa, a socializzare. Quindi, se non ha mai amato l’arte, può andare a fare una passeggiata nel bosco o a pescare. O magari allo stadio.

L’importante è non stare sul divano ad aspettare che il tempo passi.

 

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