Le maschere disponibili in Cina non bastano contro l’inquinamento

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A causa della conformazione del viso le maschere possono ridurre la loro efficacia del 68%. E non solo.

La Cina ha sperimentato negli ultimi decenni una crescita senza precedenti. Tuttavia, il costo dell’industrializzazione è l’inquinamento. Al primo allarme lanciato da Pechino, le scuole hanno chiuso i battenti e sono stati fermati progetti di costruzione. Per questo, la lotta allo smog è diventata centrale.

Secondo un articolo, le maschere disponibili per proteggere i cittadini dall’inquinamento non funzionano come dovrebbero.

Sebbene filtrino particelle minuscole, la dimensione e la forma del viso potrebbe ridurre l’efficacia del prodotto del 68%. A denunciarlo, i ricercatori dell’Institute of Occupational Medicine di Edimburgo, in Scozia.

La maschera, infatti, non si adatta bene a tutti i visi e perde aderenza durante le attività quotidiane, quando muoviamo i muscoli facciali per ridere e parlare, o camminiamo.

Ovviamente ci sono prodotti migliori e prodotti peggiori, ma nessuna delle maschere prese in esame è riuscita a bloccare gas come il biossido di azoto.

Questo studio fa parte di un progetto più ampio finanziato dal Council of Research UK, che esamina l’inquinamento atmosferico di Pechino e i suoi effetti sulla salute.

Vista la portata del problema, a una capitale così occorrerebbero diverse eco-invenzioni anti inquinamento e una bella collezione di filtri ambientali, come Green City Solution.

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Cina, inquinamento, mascherine, Pechino

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