Vegani VS Tagliatori di carne

Condividi questo articolo:

I macellai francesi chiedono protezione contro gli attacchi dei vegani militanti

In Francia, pescherie e macellerie sono diventate gli obiettivi di reiterati atti di protesta: i negozi vengono vandalizzati da graffiti, deturpati da finestre rotte e sangue finto sparso sui muri. I proprietari sono molto arrabbiati e hanno detto che li trovano dei veri e propri atti di terrorismo. 

A fare queste dimostrazioni sono vegani militanti, che hanno sconvolto quella che è una consuetudine di tranquillità e di status per i macellai e i pescivendoli che sono da sempre considerati membri rispettati delle comunità francesi – visto, anche, che sono una parte integrante di una nazione profondamente legata alla sua cucina. Il punto, però, è che c’è stato un aumento del veganismo, in particolare tra i più giovani.

Sebbene solo il 3% della popolazione francese si identifichi come vegano, lo stile di vita ottiene una buona dose di copertura mediatica, che la federazione francese dei macellai (CFBCT) afferma di aver dovuto affrontare e a cui attribuisce la colpa di aver contribuito agli atti di violenza.

Ora la federazione ha scritto una lettera severa al Ministro degli Interni, per denunciare queste dimostrazioni e chiedere protezione dal governo.

Il governo già in passato aveva intrapreso delle azioni protettive, ma non erano mai state situazioni di questo genere, ovvero attacchi seriali e violenti a imprese private: questa è una situazione nuova e anche un po’ sconcertante. Infatti, perfino il capo della Fédération Vegane  ha condannato gli attacchi.

Staremo a vedere cosa succederà: come il governo si porrà verso questi atti e se questa sua azione sarà in qualche modo risolutiva.

Questo articolo è stato letto 25 volte.

francia, macellai, pescivendoli, vegani

Comments (9)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net