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In Cina, il governo cerca di coprire lo scandalo dei vaccini ma non ci riesce

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I cittadini cinesi hanno usato la blockchain per avvertirsi reciprocamente dei vaccini non sicuri

La notizia è che il produttore di farmaci Changchun Changsheng Biotechnology vendeva vaccini non sicuri: così è stato scritto online provocando un putiferio tra i cittadini cinesi. L’argomento è diventato virale sul social network WeChat, dopo un articolo investigativo e, anche se i controller cinesi hanno cancellato la storia in poche ore, rimuovendo rapidamente post e repost, gli utenti hanno trovato un altro modo per condividere la storia, tenendola al sicuro: l’hanno aggiunta a una blockchain.

La piattaforma scelta è stata Ethereum, dove un utente si è semplicemente inviato circa 0,47 dollari del suo patrimonio digitale, pubblicando l’articolo completo nei metadati della transazione, una sezione riservata per le note o altre informazioni. In questo modo, chiunque ha potuto, visualizzando questa transazione, leggere l’articolo incluso. Poiché Ethereum è decentralizzato, non esiste nessuna autorità, nessun proprietario a cui i funzionari cinesi possano fare pressioni per rimuovere l’articolo.
Che, così, rimane.

Non è la prima volta che i cittadini cinesi si sono rivolti a una blockchain per condividere un contenuto rimosso dal governo, anche perché, secondo quello che raccontano diverse organizzazioni per i diritti umani, la nazione impiega più di 40.000 controller il cui unico compito è quello di garantire che le informazioni che il governo non vuole siano pubbliche rimangano fuori da internet. I cittadini cinesi, infatti, non possono utilizzare Google, Facebook e un numero di altri siti che molti di noi danno per scontato; così come non possono accedere ai siti di notizie cinesi all’estero o usare parole che il governo non approva.
Ma hanno le blockchain, per fortuna e continueranno ad usarle.

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blockchain, Cina, vaccini

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