Nepal: il ruolo dell’energia solare nei soccorsi

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Che ruolo può giocare l’energia pulita nelle zone colpite da calamità naturale?

SunFarmer è una ong che fornisce energia solare e batterie a ospedali e scuole in zone remote di paesi in via di sviluppo. Di recente ha dovuto affrontare una sfida inedita: le operazioni di soccorso dopo il terremoto del Nepal.

Malla Avishek, direttrice del reparto di ingegneria della ong, due giorni dopo il sisma era per le strade di Kathmandu per fornire luce agli abitanti della città. Ma le luci della strada costituiscono solo una parte del lavoro: con le sue colleghe Kushal Gautam e Sneha Bhandari vuole portare depuratori alimentati a energia solare e piccole centrali solari (sotto i 200 watt) ai villaggi devastati dal terremoto. Si stima che ci siano quasi un milione e mezzo di persone bisognose di aiuto. 

Le energie pulite in questi casi sembrano una scelta logica durante i disastri naturali, soprattutto i generatori di energia solare, dato che non hanno bisogno di carburante per funzionare.

SunFarmer sta attendendo 20 sistemi da 200 watt ciascuno donati dall’indiana SunEdison da usare negli ospedali: l’obiettivo, raccogliendo fondi, è riusci ad aiutare almeno 100 ospedali in Nepal colpiti dal terremoto.

In questo momento, secondo le ong che operano sul territorio, tra le priorità c’è l’acqua pulita; per questo dei depuratori sono essenziali. Ma non dimentichiamo il bisogno di luce: per questo le lanterne solari sono uno degli oggetti più utili, come si ricorda dopo l’esperienza del terremoto di Haiti nel 2010.

Infatti l’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati ha inviato a Kathmandu 8000 lanterne solari. Sono utili anche perché possono caricare i cellulari e altri apparecchi elettronici. 

Tra le grandi aziende che si sono mosse in aiuto del Nepal segnaliamo Ikea: ha donato milioni di dollari alle Nazioni Unite per l’illuminazione solare dei campi profughi.

Inoltre Ikea, sempre in collaborazione con l’Onu, ha sviluppato delle funzionali tende per rifugiati.

Dobbiamo tenere anche conto che nelle aree in via di sviluppo spesso le soluzioni di emergenza diventano anche soluzioni di medio o lungo termine; ad esempio in Nepal alcune aree non erano servite da un sistema di energia elettrica e quindi l’eventuale costruzione di piccole infrastrutture basate sull’energia solare diventa un ‘investimento’ che va ben al di la dell’emergenza.

Per questo le energie pulite sono utili in caso di emergenza e possono rappresentare un buon punto di partenza per costruire o ricostruire infrastrutture in paesi colpiti da calamità naturali.

a.po

 

 

 

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